Otto e mezzo del mattino di nuovo a Bakersfield. Non c’è più la vecchia brontolona a servire la colazione, ma continua ad esserci il serial killer che ride in modo veramente preoccupante.
Ieri sera abbiamo fatto un po’ tardi, per cui decidiamo di prendercela con calma e partiamo alle 10 del mattino. La direzione è ovest. Puro ovest finché la terra non finisce.
Facciamo benzina in un distributore indigeno poco distante dall’hotel. Attiriamo l’attenzione di barboni e disadattati con chissà che sostanze in corpo, facciamo velocissimo e scappiamo.
Ci rendiamo conto però di una cosa: ora con tre persone in meno, gli equipaggi sono molto più diluiti, facendo molto posto in macchina ma alzando le spese della benzina da dividere. Così prendiamo la decisione di abbandonare una delle macchine alla hertz in aeroporto di Bakersfield. Sacrifichiamo la challenger, quella che per tutto il viaggio ha sempre avuto sfortuna sulla benzina perché aveva il serbatoio più piccolo delle altre e consumava veramente tanto. Con molta tristezza la riconsegniamo tutti insieme in aeroporto e ci mettiamo in marcia.
Attraversiamo la California, con distese di frutteti enormi, messicani che sotto il sole raccolgono fragole e ogni tanto qualche pompa di estrazione del petrolio che sembrano tristi uccelli costretti a picchiare a terra di continuo.
La calura e i noti problemi di acqua della California si fanno vedere subito, quando attraversiamo una fascia di colline completamente colorate di giallo dai prati secchi.
E finalmente l’acqua. Il mare.
Arriviamo a Pismo Beach intorno alle tre del pomeriggio. Parcheggiamo le auto e, aprendo le portiere veniamo investiti da un’inaspettato freddo polare.
Eh già, la California d’estate mantiene sempre quei 16/17 gradi primaverili, che però dopo due settimane di deserti a 40, ti ammazzano come se fossimo entrati in una cella frigorifera.
Mangiamo al Rock&Roll Diner, un bellissimo ristorantino stile americano anno 50 ricavato in due vagoni del treno.
Mangiamo insalate, hamburger pazzeschi, panini healthy e pesce.
Il proprietario del locale super simpatico ci aiuta nel trovare qualche noleggio ancora aperto.
Non siamo a Pismo Beach per caso.
Entriamo con le macchine in una zona della spiaggia con un nome che dice tutto: Oceano.
Alcuni di noi vanno a noleggiare dei quad per correre sulle dune di sabbia dietro la spiaggia, mentre altri preferiscono risparmiare qualcosa e rimanere solo a pucciare i piedi nell’acqua del Pacifico.
Per chi del primo gruppo, l’esperienza è stata pazzesca! Dune alte come case a perdita d’occhio. Giriamo in lungo e in largo con i quad facendo salti, derapate, rimanendo insabbiati e aiutandoci a vicenda nel tirarci fuori.
Chi invece è rimasto a terra ha preso le auto e percorso tutta la spiaggia correndo sul bagnasciuga. Ci fermiamo prima di insabbiarci anche noi e ci buttiamo in acqua. Alcuni di noi, pazzi oltremisura, tentano anche dieci secondi di bagno nell’acqua gelida, mentre gli altri li guardano imbacuccati tra felpa e cerate. Giochiamo a pallavolo sulla spiaggia, facciamo opere d’arte con le alghe giganti, siamo una degna sepoltura ad un gabbiano trovato morto sulla strada.
Torniamo indietro facendo sgommare le auto sulla sabbia, con il tramonto che si staglia sull’oceano.
Riuniti i due gruppi, decidiamo di fare un’ultima cosa da americani prima di ritirarci in albergo.
Prendiamo birre e legna e ci mettiamo a fare un falò in spiaggia.
Mangiamo marsh mellow all’americana (con i cracker e il cioccolato) e ciaccoliamo del più e del meno.
È una scena fantastica: noi, attorno al fuoco in spiaggia, che trascorriamo una serata tranquilla, con l’oceano alle spalle.
Siamo esattamente dall’altra parte della terra rispetto all’Italia. Siamo nel punto più lontano da casa. E ci siamo insieme.
Related posts
Post del viaggio
- 2 years agoVaporwave3 min read 1567 492 km
- 2 years agoNelle nuvole di San Francisco1 min read 1386 15 km
- 2 years agoDi Silicon Valley3 min read 1153 151 km
- 2 years agoNel vento e nell’acqua del Big Sur3 min read 1286 284 km
- 2 years agoOceano3 min read 1119 222 km
- 2 years agoAbbracciare una sequoia gigante4 min read 1791 356 km
- 2 years agoI messaggi delle Alabama Hills3 min read 1161 371 km
- 2 years agoGuadare un fiume. Ecco come si crea una squadra.5 min read 1166 447 km
- 2 years agoImparare il silenzio della Death Valley4 min read 1016 508 km
- 2 years agoUn quattro luglio da indigeni2 min read 698 125 km
- 2 years agoCamminare le acque di Zion5 min read 1169 352 km
- 2 years agoPage e il coraggio di fidarsi3 min read 1006 168 km
- 2 years agoLa mille miglia dello Utah3 min read 1219 482 km
- 2 years agoCanyonlands e il panino perfetto.3 min read 1223 486 km
- 2 years agoIl sale di Bonneville e la storia del diretta impantanato.5 min read 1074 390 km
- 2 years agoChicago. La storia del basso e la alta in un aeroporto.7 min read 1357 5 km
- 2 years agoCome ogni traversata… c’è sempre qualche intoppo.4 min read 1412 10 km
- 2 years agoUno zaino Grouse Creek per perdersi.1 min read 844 1 km
- 2 years agoCosa c’è nel mezzo.1 min read 519 1 km